La sfida di questa settimana di Alessandro Borghese 4 Ristoranti è sulle due ruote il modo migliore per visitare i Colli Bolognes
In questo scenario unico, il cibo è uno dei protagonisti assoluti. Immancabili, come da tradizione emiliana, tortellini, tortelloni, tagliatelle al ragù, grigliate miste, cotoletta alla bolognese: tutti piatti che rendono ogni fuga in questa zona golosissima. Tra trattorie, antiche osterie e agriturismi, i ristoranti sui Colli tengono alta la bandiera dell’antica tradizione culinaria bolognese, e in più negli ultimi anni alcuni giovani ristoratori hanno deciso di provare a dare un tocco diverso ai grandi classici, cercando una tradizione tutta nuova. Come si possono incrociare tradizione e innovazione in una zona, come quella dei Colli Bolognesi, in cui alcuni piatti hanno creato una storia secolare?
I RISTORANTI IN GARA NELL’EPISODIO DEI COLLI BOLOGNESI
Antica Hostaria Rocca di Badolo di Alex, un omone buono e un po’ goffo per questo chiamato da tutti “Gigione”; partito come oste, ha deciso di rintanarsi tra i fornelli per assecondare la sua vera passione. Si definisce un uomo buono ma allo stesso tempo preciso e un po’ rompiscatole. L’Antica Hostaria Rocca di Badolo è diventata una meta apprezzata dai bolognesi che si rifugiano dal caldo della città: è situata a Sasso Marconi, pieni colli bolognesi, ed è viatico anche per i pellegrini che percorrono la tanto famosa e antica Via degli Dei, cammino che, attraversando l’appennino tosco emiliano, unisce Bologna a Firenze. La posizione strategica ha reso l’Hostaria, che esiste da più di un secolo, anche bottega storica certificata con un meraviglioso panorama su uno dei principali e più noti rilievi del Contrafforte Pliocenico. Alex crede moltissimo nel suo ristorante: pensa di avere dalla sua non solo l’ottima qualità del cibo ma anche la location invidiabile da dove ammirare tutta la bellezza panoramica dei Colli Bolognesi. L’obiettivo principale di Alex è il rispetto del territorio, ricercato nella valorizzazione dei prodotti a km0. Il menu è quello tradizionale, e Alex ne va estremamente fiero.
L'Agriturismo Ca’ Lunati di Margherita è un vecchio casolare di famiglia sperduto e immerso nel verde, il posto in cui Margherita è nata e cresciuta; dopo aver abbondato gli studi artistici ha deciso di prendere in mano le redini dell’azienda agrituristica dei nonni – negli anni ‘80 loro si sono innamorati di questo casale abbandonato immerso nella natura, con vista estesa dei Colli, del Castello di Vignola e della Ghirlandina – e ora per lei questo è un lavoro che le piace moltissimo e che la vede in sala a gestire i clienti. Testarda, decisa e a tratti stravagante, Margherita quando si fissa un obiettivo fa di tutto per realizzarlo: uno di questi sicuramente è la conversione biologica dell’agriturismo, con un impegno costante verso tutto ciò che riguarda il Km0 e l’autoproduzione delle materie prime. Al Ca’ Lunati viene proposta una cucina rigorosamente tradizionale, tutta fatta in casa da mamma Cecilia con l’aiuto, a volte, della nonna: è una location famigliare e a tratti spartana ma con un panorama che sia di giorno che di notte si lascia avvolgere dalla natura circostante.
Il Ca’ Shin di Daniela prende il nome dall’ebraico, dove “Ca” significa casa e “Shin” rinnovamento. È una location alternativa e ricca di fascino che sorge nel Parco Cavaioni, quello che secondo la proprietaria è «il vero colle di Bologna», ai piedi di un grande viale alberato. Dopo essersi dedicata per gran parte della sua vita a un altro lavoro, oggi Daniela esprime il meglio di sé nel locale di cui è vera e propria padrona di casa: ha creato tutto a sua immagine e somiglianza, trasformandolo in un luogo che la rappresenta totalmente. È una donna energica, allegra e sempre sorridente, ma è anche molto emotiva, si commuove spesso e non lo nasconde. La proposta culinaria è tradizionale con un tocco regionale lucano: gli chef, infatti, sono di Potenza e aggiungono ai piatti della tradizione bolognese dei piccoli tocchi personali. La struttura era una vecchia villa di una famiglia borghese che, caduta in disuso, è stata lasciata in eredità al comune della città il quale, per favorirne il rinnovamento, ha aperto un bando. È una location multifunzionale: sono tanti, infatti, gli spazi all’aperto dedicati alla ristorazione e curati nei piccoli dettagli. È possibile anche pranzare e cenare nella zona dell’orto.
Tramvia di Antonio è un ristorante esclusivo e ricercato nel centro di Casalecchio di Reno, borgo immerso nei colli, dove lui è sicuro di proporre una ristorazione di più alto livello. Antonio è l’oste del locale, ama occuparsi della sala e dei suoi clienti; si è avvicinato al mondo della ristorazione circa dieci anni fa, quando ha deciso di ristrutturare una proprietà di famiglia, appartenente già a suol bis-bis-bis nonno. Antonio è un ragazzo simpatico, di compagnia, ma anche molto pignolo e attento ai dettagli, ci tiene infatti a precisare che la sua idea di ristorazione ha un’identità ben chiara: il suo menu è composto da una proposta tipica bolognese da un lato e da una proposta di pesce dall’altro. Il locale non è immerso nel verde ma in un contesto più cittadino; ha un giardino interno che affaccia su Colle San Luca e sul Reno. Il ristorante si trova all’interno di una vecchia cantina di proprietà della famiglia di Antonio dal 1835. Le sale interne tutte in pietra antica sono molto caratteristiche e volutamente lasciate «brutte come erano prima».